dall’ANBI – OSSERVATORIO IDRICO – LE MARCHE BOLLONO IL PIEMONTE È TROPICALIZZATO IL FRIULI VENEZIA GIULIA  È SEMPRE MENO “CATINO” D’ITALIA

29 Luglio 2021

Secondo l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche è il Piemonte, il paradigma di quanto bisogna attrezzarsi a gestire nell’immediato futuro: nei territori a Sud della regione, dove fino a ieri si segnalava carenza d'acqua per l'irrigazione ed  a Giugno era caduto fino al 90% di pioggia in meno, le cronache raccontano di corsi d’acqua in piena, strade chiuse per allagamenti così come nel Biellese, nel Vercellese e  nel Torinese, dove  violenti eventi meteo  hanno costretto a chiudere importanti vie di comunicazione, creando forti disagi al territorio; solo pochi giorni fa, le portate dei fiumi stavano calando e l’esemplare Bormida era scesa al 30% della portata. La “fotografia” della regione ricorda inoltre che solo due settimana fa c'era stata un'altra ondata di violento maltempo, seguita a quella del mese prima,  ma che al contempo, a causa della sofferenza idrica, in alcuni comuni dell'Alessandrino è stata razionata l'acqua.

“Il paradossale succedersi di criticità per eccessivi o scarsi volumi d’acqua sul territorio  – sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – evidenzia il bisogno di nuove infrastrutture per calmierare il regime idrico e contrastare le conseguenze di cambiamenti climatici, che costano annualmente  7 miliardi di euro al Paese. Il nostro Piano di Efficientamento  della Rete Idraulica presenta, per il Nord Italia, 241 progetti definitivi di manutenzione straordinaria; oltre a ciò, sono previsti interventi di disinterrimento per 9 bacini contestualmente al completamento di altri 4 ed alla realizzazione di 13 nuovi invasi. L’investimento richiesto al Nord è pari a € 1.784.559.260,80 capaci di attivare quasi 9.000 posti di lavoro.”

A Nordest, i corsi d’acqua veneti restano con portate  superiori agli anni scorsi, ma è interessante notare come il vicino Friuli Venezia Giulia, notoriamente uno dei “catini” d’Italia, non sia esente, secondo l’European Drought Observatory, dal processo di inaridimento del bacino adriatico, registrando un andamento pluviometrico discontinuo con record localmente negativi.

Restando al Nord, i livelli dei laghi di Garda  e Maggiore (99,5% del riempimento) sono costantemente sopra la media del periodo, ora raggiunta anche dal Lario, il cui territorio è stato colpito da disastrosi eventi meteo; resta invece abbondantemente sotto media  l’Iseo, mentre il lago d’Idro raggiunge il 37,9% delle proprie disponibilità idriche.

Pur abbondantemente sopra i livelli medi consueti, sono in calo i corsi d’acqua valdostani, così come il Po, che nel tratto fra Piacenza ed il Ferrarese  torna a livelli di crisi, avendo portate dimezzate rispetto alla media.

Se  l'Adda in Lombardia beneficia delle piogge, continuano a precipitare le portate dei  fiumi dell’Emilia Romagna:  solo l'Enza accenna una timida ripresa, mentre  il Trebbia (mc/sec 0,8) scende sotto il minimo storico mensile; anche i bacini piacentini di Mignano e Molato registrano i minori volumi del recente quadriennio (11,96 milioni di metri cubi).

La discontinuità è caratteristica dell’andamento dei fiumi in Toscana, dove  il Serchio stabile e la Sieve in crescita sono sopra media, mentre sono sotto media l’Arno  e l'Ombrone che, pur aumentando la portata, resta però ancora lontano dai livelli di  Minimo Deflusso Vitale (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).

Resta grave la situazione nella Marche, dove le piogge anche violente hanno ristorato le assetate campagne, ma non hanno portato sostanziali miglioramenti alle condizioni deficitarie di fiumi ed invasi: i corsi d’acqua hanno livelli idrometrici inferiori agli scorsi anni ed i bacini trattengono 36,53 milioni di metri cubi d’acqua, cioè quasi 5 milioni in meno del siccitoso 2017. Va inoltre segnalato che la temperatura media registrata negli scorsi 8 mesi  è superiore di ben 4 gradi a quella abitualmente registrata!

“Questo quadro, che va inserito nel progressivo inaridimento della dorsale adriatica, va guardato con molta preoccupazione, perchè rischia di pregiudicare fortemente l’economia di  territori, dove agricoltura e turismo sono asset  portanti” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

Nel Lazio sono in calo i livelli dei laghi di Bracciano e Nemi, ma anche del fiume Tevere, mentre cresce il Liri.

In Campania, le portate dei fiumi Sele e Volturno sono in calo, mentre si registrano valori in crescita per Sarno e Garigliano; in calo anche il lago di Conza e gli invasi del Cilento, tutti comunque abbondantemente sopra i volumi del 2020.

Infine, le alte temperature continuano a richiedere forti apporti idrici per le campagne di Puglia e Basilicata: nella prima regione le riserve idriche, comunque confortanti, sono scese di circa 10 milioni di metri cubi, mentre in Lucania sono calate di quasi 9 milioni (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale).

 

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