dall’ANBI – “PREOCCUPATI DAI RIPETUTI RITARDI, CHE SI TRADUCONO IN ONEROSE INFRAZIONI COMUNITARIE PER IL PAESE”

5 Febbraio 2021

MASSIMO GARGANO, Direttore Generale ANBI

“PRENDERE ESEMPIO DALLA POSITIVA ESPERIENZA DEI CONTRATTI DI FIUME”

 

“I Contratti di Fiume, da noi sostenuti fin dall’inizio, sono una grande novità nella gestione partecipata del territorio, utile ausilio a scelte condivise, indispensabili per accelerare i processi decisionali, evitando ulteriori, onerose infrazioni comunitarie come quelle registrate in occasione delle Direttive Acque ed Alluvioni. Per questo, è utile continuare ad allargare l’applicabilità dello strumento che, dopo i Contratti di Foce e di Sorgente, potrebbe interessare anche le aree umide, indispensabili per mantenere l’ecosistema.”

A lanciare la proposta è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto ad un webinar patrocinato dalla Regione Sardegna.

“I Contratti di Fiume – prosegue il DG di ANBI – sono un modello per lo sviluppo dei valori territoriali nel segno dell’originalità e della distintività, ma soprattutto sono strumento di resilienza davanti alla crisi climatica, le cui conseguenze sono accentuate da cementificazione ed abusivismo edilizio. Nella sicurezza del territorio bisogna abbandonare la logica, accentuata dall’emergenza Covid, del fare dopo; non è un caso che nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza siano tagliati i fondi afferenti alla transizione ecologica. Chiediamo, invece, che in tale Piano trovino spazio le progettualità esecutive, approntate dai Consorzi di bonifica ed Irrigazione, perché i fondi Next Generation Eu, unitamente a quelli della nuova Politica Agricola Comune, saranno una straordinaria opportunità per costruire il nuovo modello di sviluppo del Paese. Il timore, invece, è che il sistema Italia non riesca a mettersi al passo con i tempi dell’Unione Europea come dimostrano anche i nostri disattesi appelli per avviare il confronto fra tutti i soggetti interessati all’utilizzo dei reflui depurati, secondo quanto previsto da una Direttiva Comunitaria entro il 2024. L’ennesimo processo di infrazione pare dietro l’angolo!”

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