dall’ANBI: PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI SERVE IL PROTAGONISMO DI ISTITUZIONI E CITTADINI. NO AL FATALISMO MEDIOEVALE

14 Novembre 2017

"E’ necessario uscire dalle logiche da fatalismo medioevale, che spesso accompagnano sciagure di origine naturale. Non esistono fiumi o frane killer; esiste la nostra incapacità a gestirli in maniera ambientalmente corretta, riducendone i pericoli.”

Ad affermarlo con forza è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio (ANBI), intervenuto ad un convegno sulla riduzione del rischio idrogeologico nelle Marche, tenutosi ad Urbino.

“I cambiamenti climatici e la globalizzazione dell'economia - prosegue il Direttore Generale ANBI - pongono cittadini, imprese ed Istituzioni di fronte a nuovi scenari. L'Italia può competere in maniera vincente, esaltando i valori dei territori, che la rendono unica. L’ANBI offre al Paese, attraverso il Piano Irriguo Nazionale, finalmente nella fase definitiva ed il Piano degli Invasi, assunto dal Governo, strumenti concreti per generare sicurezza ambientale ed alimentare, creare occupazione, dando protagonismo ai territori ed al made in Italy. Come sta avvenendo grazie all’azione del Consorzio di bonifica delle Marche, riconosciuta anche dal Presidente della Regione, Luca Ceriscioli, bisogna uscire dalla logica dell'emergenza per attuare quella della prevenzione. Le risorse, mai sufficienti, ora però ci sono; vanno spese celermente e bene, sfruttando l’efficienza e le buone pratiche di esperienze come quelle dei Consorzi di bonifica. Come indica Erasmo D’Angelis, ora Segretario Generale dell’Autorità di Distretto dell’Italia Centrale, vanno semplificate le procedure, perchè le risorse ci sono ed i progetti esecutivi potranno essere finanziati. Finalmente – conclude Gargano - la progettazione infrastrutturale, da sempre patrimonio dei Consorzi di bonifica, sta entrando nella logica di questo Paese per aumentarne la resilienza ad eventi, la cui casualità può essere prevenuta.”

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